Assegno Unico Universale per i Figli (AUUF)

L’Assegno Unico Universale per i Figli (AUUF) è in arrivo. Con la recente approvazione in Senato del D.L. Famiglia è stato superato l’ultimo ostacolo al processo di riforma avviato tempo fa. Trattasi di una misura che cercherà non solo di semplificare i meccanismi di sostegno alla famiglia ma anche, nel contempo, di incrementarne il relativo importo visto che, a livello europeo, l’Italia (con il suo 1,1% del PIL di spesa rispetto alla media UE del 2,2%) è al terzultimo posto solo davanti a Malta e Paesi Bassi.

Ma come funzionerà il nuovo Assegno Unico Universale? A chi spetta? Chi ci perde e chi ci guadagna?

Aspetti più operativi emergeranno dall’approvazione dei decreti legislativi che il governo adotterà nell’esercizio affidatogli dalla legge delega «Famiglia». Tuttavia sono già emerse le principali caratteristiche dell’istituto.

Assegno Unico

COS’E’ L’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE

L’Assegno Unico Universale è un nuovo strumento di sostegno al reddito delle famiglie introdotto dal D.L. Famiglia.

Con il termine “unico” si vuole enfatizzare il fatto che il nuovo aiuto alla famiglia andrà a sostituire (quasi) tutte le attuali forme di sostegno che il sistema oggi riconosce alla famiglia, dalle detrazioni Irpef per carichi familiari relative ai figli agli assegni al nucleo, dal bonus bebè a quello per la natalità o l’adozione, dal bonus mamme all’assegno per il terzo figlio.

Con il termine “universale”, invece, si vuole indicare che l’assegno ai figli sarà corrisposto ogni mese a tutti i contribuenti, siano essi lavoratori autonomi o dipendenti, capienti o incapienti. Fino ad oggi, infatti, il sostegno era una prerogativa dei lavoratori dipendenti.

DECORRENZA

Il Governo si è prefissato come data di attivazione del nuovo assegno unico il 1° luglio 2021. Quindi, sebbene la legge che delega il governo al riordino dei sostegni alla famiglia fissi in dodici mesi la scadenza per l’adozione dei decreti legislativi attuativi, le tempistiche dovrebbero notevolmente ridursi.

I DESTINATARI

I destinatari devono possedere due requisiti.

Il primo è relativo alla cittadinanza. L’assegno unico è rivolto a tutti i cittadini italiani, a quelli dell’Unione europea e agli extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo residenti in Italia da almeno due anni (anche non continuativi).

Il secondo, ovviamente, avere figli a carico (dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età). Per la definizione di figlio a carico occorre far riferimento al Testo unico delle imposte sui redditi dove l’articolo 12, comma 2, definisce fiscalmente a carico i figli che abbiano un reddito non superiore a 4.000 euro, ovvero a 2.840,51 euro nel caso abbiano un’età superiore a ventiquattro anni.

Come anticipato sopra, il nuovo assegno non è solo per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati. Nella misura rientrano, infatti, anche gli autonomi, i liberi professionisti e i disoccupati. I beneficiari devono essere soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia , dove devono risiedere, con i figli a carico, per l’intera durata dell’assegno.

L’assegno è riconosciuto ad entrambi i genitori, tra i quali viene ripartito in misura uguale. In loro assenza, spetta a chi esercita la responsabilità genitoriale. In caso di separazione o divorzio, l’assegno viene generalmente erogato al genitore affidatario, mentre se l’affidamento è congiunto o condiviso, l’assegno è ripartito tra i genitori.

DURATA

Il nuovo assegno, sotto forma di credito d’imposta o di denaro, sarà riconosciuto per ogni figlio a carico dal 7° mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età e con importo maggiorato dal secondo figlio in poi.

Il limite di età viene esteso a 21 anni ma per la fascia dei figli tra i 18 ed i 21 anni

  • l’assegno è ridotto rispetto a quello rivolto ai figli minorenni
  • ed è vincolato a determinate condizioni: il figlio maggiorenne deve essere iscritto all’università o a un corso di formazione scolastica o professionale;
  • sarà ridotto nell’importo ed erogato direttamente al figlio maggiorenne nel caso in cui questo sia iscritto all’università, svolga un tirocinio, frequenti un corso professionale, sia impegnato nel servizio civile universale, svolga un lavoro a basso reddito o sia registrato come soggetto disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro.

Inoltre l’assegno sarà maggiorato, secondo un’aliquota non inferiore al 30% e non superiore al 50%, per ciascun figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a ventuno anni, con importo della maggiorazione graduato secondo le classificazioni della condizione di disabilità.

L’AMMONTARE

L’obiettivo prefissato dal governo, salvo recupero dei fondi, è quello di assicurare un Assegno Unico per figlio di importo massimo pari a 250 €. Al momento, però, sembrano non esserci fondi per tale copertura. Sarà dunque compito dei decreti attuativi trovare nuovi fondi oltre che rimodellarne l’importo a seconda della condizione economica della famiglia.

L’assegno sarà infatti costituito da una parte fissa ed una variabile, calcolata in base alla condizione economica del nucleo familiare, individuata attraverso l’indicatore Isee, tenendo conto dell’età dei figli a carico.

Come detto, l’assegno aumenta in caso di figli disabili, ma anche dal terzo figlio in poi e se la madre ha meno di 21 anni.

FORMA DI EROGAZIONE

Al momento si profilano due possibilità per la famiglia beneficiaria della misura: scegliere di ricevere l’assegno oppure ottenere un credito d’imposta.  In realtà potrebbe profilarsi una terza modalità di erogazione. Il figlio maggiorenne beneficiario dell’assegno può infatti richiedere che l’importo gli sia corrisposto direttamente. Questo per favorirne l’autonomia.

CHI CI GUADAGNA E CHI CI RIMETTE

E’ ancora presto prevedere chi ci guadagnerà e chi ci rimetterà con l’introduzione del nuovo Assegno Unico Universale. Obiettivo del Governo è quello di incrementare gli aiuto le famiglia e, dunque, ci sarà un tendenziale miglioramento per la maggiorparte dei destinatari.

Tuttavia, in base ad una recente simulazione effettuata da un Gruppo di Ricerca (1) dimostra che per redditi elevati e composizione del nucleo familiare possono determinare anche delle perdite rispetto all’attuale sistema.

Lo studio, basato su alcune semplificazioni, prevede, fino ad un livello ISEE pari a 30.000 €, un importo costante dell’assegno. Tali importi sono pari a costante pari a 1930 euro all’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne. A partire da un valore ISEE superiore a 30.000 € euro l’assegno universale inizia a decrescere. Per famiglie con un ISEE superiore a 52.000 € e con un solo figlio maggiorenne, dunque, si possono registrare anche una perdita rispetto all’attuale sistema di incentivi alla famiglia.

Per approfondire clicca qui

(1) Il Gruppo di ricerca è composto da studiosi di diverse discipline e affiliati ad Arel, Fondazione E. Gorrieri e Alleanza per l’infanzia. Per vedere l’intera ricerca in pdf clicca qui

print