Flessibilità

Alla ricerca della flessibilità

La flessibilità nel mercato del lavoro italiano sembra oramai un lontanto miraggio. Sono passati solo 3 anni dalla riforma del Jobs Act che aveva dato ampi margini di manovra ai datori di lavoro. Ad oggi si presenta uno scenario del tutto nuovo con cui l’azienda, volente o nolente, dovrà fari i conti.

Terminato anche il periodo tranistorio prevista dalla legge di conversione n. 96/2018, il Decreto Dignità è entrato a pieno regime. I margini di manovra si sono ulteriormente ridotti. Le valutazioni in merito all’opportunità o meno dell’intervento legislativo le lasciamo ad altri. Nostro compito è invece quello di capire come meglio affrontare la situazione cercando di utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dal legislatore.

Per far ciò, innanzitutto, cerchiamo di riassumere brevemente il contenuto del Decreto Dingità, evidenziando, in particolar modo limiti ed opportunità (vedi tabella sottostante) per le due principali tipologie di contratto in uso: contratto a tempo determinato e somminsitrazione.

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Il mentoring come training (e non solo)

Il mentoring come training (e non solo)

Anche in Italia, il mentoring sta tornando di moda. La riscoperta di questa “tecnica” di formazione e di sviluppo delle Risorse Umane è dovuta anche alle recenti evoluzioni di fattori economici e sociali che hanno ampiamente mutato il mercato del lavoro. Nell’ultimo decennio, infatti, la forza lavoro si è andata sempre più modificando sotto i seguenti input:

  • Demografici: la sempre più libera circolazione del “capitale umano” ha portato, dove più e dove meno, all’integrazione nella forza lavoro di persone provenienti da culture differenti. Inoltre, in paesi maggiormente sviluppati, a fronte dell’affacciarsi nel mondo di lavoro dei millenials, si sta registrando un processo di “invecchiamento” della forza lavoro legato all’incremento dell’aspettativa di vita (con conseguente allungamento della vita lavorativa);
  • Tecnologici: il sempre più massiccio della tecnologia che ha automatizzato gran parte delle funzioni aziendali e continua ad influenzare la performance lavorativa, modificando continuamente il modo in cui il lavoratore si relaziona con la struttura dell’azienda;
  • Culturali: l’approccio al lavoro si è andato evolvendo. Il posto fisso, tanto ambito dai nostri genitori, ad oggi non è più un miraggio a cui ambire. I millenial preferiscono trovare opportunità lavorative che permetta loro di crescere, ottenere nuovi stimoli, vivere nuove esperienze. Ed è per questo che sono molto più propensi al cambiamento.

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Staff leasing: la nuova forma di flessibilità?

Staff leasing: la nuova forma di flessibilità?

A.A.A. flessibilità cercasi!!! Siamo oramai arrivati al 01/11, data dalla quale troverà piena applicazione il Decreto Dignità con tutte le sue restrizioni. Da qui in avanti le aziende dovranno intraprendere nuove strade per poter recuperare, almeno in parte, la flessibilità operativa perduta a seguito di introduzioni di vincoli normativi, primi fra tutti la previsione di una “causale” in caso di rinnovi contrattuali, nonché il limite massimo di 12 (24 se vi è una causale) mesi anche per la somministrazione.

Ci si attenderà, quindi, un turn-over di personale sempre più elevato, specie in quelle aree aziendali in cui in cui non siano richieste skill specifiche. In altri reparti, invece, dove sono richieste particolari figure professionali si dovrà invece optare per una diversa gestione, limitando il frazionamento dei contratti e cercando soluzioni alternative quali contrattazione di secondo livello (compresi contratti di prossimità), utilizzo di strumenti già previsti o che saranno inseriti nei CCNL, (es. flessibilità), rafforzamento dell’organico a tempo indeterminato, etc.

Ma oltre a ricorrere a soluzioni organizzative interne o ad altre per le quali sia richiesto il coinvolgimento di altre controparti, ci potrebbe essere una terza via: lo staff leasing. Trattasi di uno strumento che ad oggi ha trovato poca applicazione in Italia ma che, a nostro avviso, dovrà per forza essere tenuto in considerazione specie per le aziende di medie-grandi dimensioni con un più o meno elevato potere commerciale.

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Il lavoro di gruppo tra vantaggi e rischi

Il lavoro di gruppo tra vantaggi e rischi

Il gruppo è divenuto elemento base delle organizzazioni moderne. I gruppi ricercano, comunicano e condividono una mole di informazioni ed idee che difficilmente sono gestibili da un singolo individuo. Ma il team è capace di prendere decisioni? Le scelte fatte dai gruppi sono delle “buone scelte”? E le scelte compiute da un gruppo sono migliori o peggiori delle scelte effettuate da un singolo individuo?

E’ difficile fornire risposte definitive a tali quesiti. I due differenti processi decisionali (quello individuale e quello di gruppo) hanno logiche differenti e  si sviluppano con modalità difficilmente sovrapponibili. Di sicuro, il gruppo può contare su elementi favorevoli non disponibili nelle scelte fatte dal singolo individuo. A fronte di tali vantaggi, però, il lavoro di gruppo nasconde insidie e pericoli (nonché “costi”) che possono vanificare il valore aggiunto di lavorare insieme. Di seguito andremo ad analizzare questi due aspetti (vantaggi e svantaggi) nonché cercare di fornire alcuni accorgimenti per evitare i rischi del lavoro di gruppo.

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Il lampionaio e il Piccolo Principe

Il lampionaio e il Piccolo Principe

Credo che sulla grandezza del piccolo libro scritto da Saint-Exupéry non ci sia molto altro da aggiungere. E non è sicuramente questo il luogo ed il momento per farlo. Ma proprio in queste sere mi sono a trovato a riscoprirlo rileggendolo alle mie bimbe come favola della buona notte. Mi sono così imbattuto in uno degli strani personaggi incontrati dal Piccolo Principe nel suo lungo viaggio lontano dal suo asteroide B-612: il lampionaio del quinto pianeta.

Tra le tante riflessioni che possono emergere da questo incontro me ne è balzata alla mente anche una relativa al rapporto tra orgnaizzazione e cambiamento

Non aggiungo altro….lascio a voi riscoprire (e caso mai riflettere) su queste poche righe.

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