Il processo decisionale: il dolore della decisione

Quando si dice “prendere una decisione dolorosa” non è un semplice modo di dire: vi è infatti una connessione tra processo decisionale e dolore. Sia nella vita privata, che all’interno della nostra azienda, ci troviamo spesso difronte al dover intraprendere una via piuttosto che un’altra. Tale processo provoca “dolore”. Ma cosa accade quando evitiamo il dolore nel prendere una decisione? Quali sono gli effetti negativi del nostro “non agire”? Il lavoro che segue è una traduzione in italiano, leggermente rielaborata, del lavoro pubblicato dalla LaConte consulting nel quale si cerca di esaminare come il processo decisionale sia influenzato dal “dolore”.

Il dolore è un’esperienza che nessuno di noi vuol provare sulla propria pelle. Noi siamo infatti strutturati per evitare spiacevoli conversazioni, esperienze e ricordi. La maggior parte delle volte questo istinto ci torna utile. Ma quando il dolore si manifesta come campanello di allarme di possibili rischi (cioè minacce che potrebbero causare “ferite”) evitare di affrontarlo potrebbe essere pericoloso.


CHE COSA E’ IL DOLORE

E’ difficile definire che cos’è il dolore. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è dolore ciò che ciascuno di noi dice di essere dolore. Di sicuro è una espererienza sensoriale ed emeozionale spiacevole che indica che nell’organismo sta accadendo qualcosa di nocivo. Infatti, è una spia che si accende per informarci che qualcosa non funziona bene in qualche parte del nostro organismo.

Quindi il dolore è una situazione strettamente individuale. Ciascuno di noi ha un’unica soglia di sopportazione del dolore. Ciò che può essere perfettamente nello standard per un individuo (come una pulizia dentale) può risultare assolutamente dolorosa per un altro che ha una soglia di sopportazione inferiore o per chi soffre di ansia dentale. Quindi la nostra percezione del dolore è soggettiva.

Possiamo però distinguere tre diverse tipologie di dolore in base al suo manifestarsi, nonché dall’evento scatenante:

  1. Acuto: dolore intenso, di solito di breve durata, legata ad un evento e che si affievolisce nel tempo. Basti pensare ad una “intensa” seduta dal dentista ;
  2. Cronico: dolore intermittente, persistente, che dura per mesi e la cui causa non chiara. In tale tipologia di dolore possono rientrare
    1. Stanchezza
    2. Capogiri
    3. Fibromialgia
    4. Mal di schiena
    5. Borsite a ginocchia o anca
    6. Sciatica,
    7. Etc
  3. Emotivo e mentale: un altro tipo di sofferenza di cui raramente discutiamo non è relativo alle nostre condizioni fisiche: avere il cuore spezzato, il vedere altri soffrire, o essere in difficoltà con malattie mentali (che spesso non sono riconosciute da chi ti circonda come un dolore, aggravandone così gli effetti) quali:
    1. Depressione
    2. Ansia
    3. Disturbo bipolari
    4. Schizofrenia
    5. Autismo
    6. Disturbi da Stress post traumatico
    7. Disturbi ossessivo-compulsivo

 

LE TRE TIPOLOGIE DI DOLORI FISICI

Il dolore fisico può essere diviso in 3 differenti gruppi:

  1. NOCICETTIVO: dolore causato da un normale nervo in risposta ad uno stimolo sul tessuto del corpo (dal latino nocere = danneggiare, ferire). A sua volta si può suddividere in due sottocategorie:
    1. Somatico = rilevato dai nervi sulla pelle, tessuti sottocutanei, muscoli, articolazioni e si tramuta in un dolore acuto, fastidioso o in un bruciore ben localizzato;
    2. Viscerale: rilevato dai nervi negli organi interni e si tramuta più in un fastidio generalizzato e difficile da localizzare;
  2. NEUROPATICO: dolore proveniente da un danno dello stesso sistema nervoso;
  3. COMBINAZIONE DEI PRECEDENTI: dolore che occorre in disfunzioni neurologiche quali fibromialgia, non specifico mal di schiena, disturbi di intestino irritabile, etc.

Immagine 1 – le 3 tipologie di dolore

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Immagine tratta dal sito https://laconteconsulting.com a cui si riservano tutti i diritti di autore

 

LA PAURA PER EVITARE IL DOLORE: I 5 TIPI DI PAURA

Che cosa succede quando noi cerchiamo di evitare di provare dolore? La maggior parte delle volte, il tentativo di evitare dolore comporta la perdita di qualcosa. Un singolo evento che causa dolore può stopparci nel partecipare a delle attività. Potrebbe quindi capitare, a volte, che ciò che dovrebbe portare ad un divertimento potrebbe quindi divenire fonte di frustrazione (es. esperienze in una luna park o il fare un lancio con il paracadute come Will Smith ).

La maggior parte delle volte, quando noi evitiamo attività, oggetti e persone per evitare dolore, la causa alla radice in realtà è la paura..

Paura e dolore sono a loro volta legate a delle nostre necessità. Noi abbiamo 5 bisogni basici: fisiologico, sicurezza, stima, appartenenza, autorealizzazione (Teoria di Maslow). Quando ciascuno di questi non viene raggiunto, può causare comunque un sentimento di dolore.

Bisogni e paure sono quindi collegate. A fronte dei 5 bisogni si possono quindi registrare 5 differenti tipologie di paure:

  • Fear: Extinction (Need: Physiological): la paura di non soddisfare i bisogni fisiologici base quali cibo, acqua, assenza di dolore, etc
  • Fear: Mutilation (Need: Safety): la paura di sentirsi insicuro e di essere “invaso”/travalicato;
  • Fear: Ego Death (Need: Esteem): la paura di perdere la stima e approvazione degli altri;
  • Fear: Separation (Need: Belonging): la paura di non appartenere più o di non essere più accettato da un gruppo sociale;
  • Fear: Loss of Autonomy (Need: Self-Actualization): la paura di essere incapace a auto realizzarsi e a pensare in maniera indipendente.

 

Immagine 2 – Le 5 tipologie di paure

 

Immagine tratta dal sito https://laconteconsulting.com a cui si riservano tutti i diritti di autore

Come affontare queste paure? Quali strategie adottare in risposta ai nostri timori? Le risposte che possiamo adottare per fornteggiare le nostre paure sono sostanzialmente le seguenti 4:

  1. Fight – combattere, avere un atteggiamento di repulsione della paura per cercare di sconfiggerla;
  2. Fly – volare, cioè cercare di scappare dalla paura evitandola/negandola;
  3. Freeze – congelare, accontentarsi della situazione senza provare ad affrontare la paura;
  4. Face – affrontare, cercando di conservare lo stato di paura ma al contempo cercare di mitigarla affrontandola con un approccio difensivo.

Di queste, ovviamente, l’affrontare è la più efficace in qaunto ti permette di vedere la situazione obbiettivamente e con calma.

 

Immagine 3 – Le possibili risposte alle paure

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COME MISURARE IL DOLORE

Il dolore si può misurare. Un metodo ampiamente accettato è l’Universal Pain Assessment Tool, che utilizza la Wong-Baker FACES® Pain Rating Scale (come mostrato qui sotto).

Questa scala fu originariamente sviluppata da Donna Lee Wong e Connie Morain Baker che insieme crearono questo strumento per aiutare i bambini che necessitavano di comunicare il loro livello di dolore utilizzando una scala di intensità che va da 0 a 10 e per individuare i bisogni del paziente e il più efficace trattamento. L’Universal Pain Assessment Tool è ampiamente utilizzata da medici professionisti di tutto il mondo.

 

Immagine 4 – Strumento di misurazione del dolore

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Immagine tratta dal sito https://laconteconsulting.com a cui si riservano tutti i diritti di autore

 

IL DOLORE E IL RISCHIO

Ore che abbiamo parlato dei 3 differenti tipi di dolore, da dove questi provengono e come misurarlo, affrontiamo la questione del rischio.

Il rischio è semplicemente la probabilità di incertezza risultante in un positivo o un negativo impatto (spreco, perdita, frode o abuso) dovuto a interno o esterne vulnerabilità.

Per calcolare il livello di rischio, si deve semplicemente moltiplicare la probabilità che un evento accada (Probabilità) con l’effetto (Effetto)

RISK   =   LIKELIHOOD X   EFFECT

Possiamo valutare il rischio usando uno strumento di misurazione come il seguente

 

Immagine 5 – La matrice del rischio di LaConte

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Immagine tratta dal sito https://laconteconsulting.com a cui si riservano tutti i diritti di autore

Il rischio, visto come possibile effetto negativo di una determinata decisione, può quindi essere paragonato al dolore. Infatti:

  • La tolleranza di un individuo al dolore, dipendente da quanto disagio riesce a resistere. La stessa idea si può applicare al rischio: la nostra propensione al rischio è determinata dal livello di perdita che noi siamo disposti ad accettare.
  • Quindi la risposta dipenderà dal grado della potenziale perdita che può essere:
    • Acuta e intensa
    • Cronica e intermittente
    • O emotiva/mentale e qualitativa.
  • E proprio come il dolore, noi possiamo dividere la propensione al rischio in 3 tipi di dolore sopra menzionati:
    • Nocicettivo = risposta normale agli stimoli per I quali noi possiamo analizzare la derivazione della causa;
    • Neuropatico = Perdita derivante dal danno dell’intelligenza strategica dell’azienda;
    • Combinazione dei precedenti = perdita che è dovuta a disfunzioni interne come distorsione/pregiudizio della gerarchia aziendale o circuiti di feedback insani.
  • Parallelamente potremmo utilizzare l’Universal Pain Assessment Tool visto sopra anche per valutare il rischio: Risk Appetite e Tolerance Tool, che è una semplice scala per valutare se un particolare rischio è tollerrabile dall’azienda o debba invece essere evitato.

A questo punto non ci rimane che effettuare un ultimo step: integrare gli aspetti e gli elementi che caratterizzano il dolore (che possiamo equiparare al rischio) nel processo decisionale.

 

 IL PROCESSO DECISIONALE: LA MATRICE DI LACONTE

Come si collegano le discussioni relative alla valutazione del rischio e del dolore viste sopra con il processo decisionale?

Innanzitutto vediamo che cosa vuol dire prendere una decisione (Decision Making): è un processo cognitivo per selezionare una linea d’azione finale fra diverse alternative. Una azione, susseguente ad una decisione, può essere valutata in base ai suoi benefici (benefit) e alla sicurezza di portarla a termine (confidence). Riportando in matrice questi due aspetti (benefici e sciruezza) si possono individuare le 4 seguenti situazioni:

  1. elevati benefici con elevata sicurezza: High-Value (do it now)
  2. elevati benefici con basso livello di certezza: Secondary (do it next)
  3. pochi benefici con elevate sicurezza: Insignificant (postpone it)
  4. pochi benefici con poca sicurezza: Wasteful (eliminate it)

 

Immagine 6 – La matrice Decision-Making di LaConte

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Immagine tratta dal sito https://laconteconsulting.com a cui si riservano tutti i diritti di autore

 

CONCLUSIONI: COME UTILIZZARE IL DOLORE NEL PROCESSO DECISIONALE

Quando attraversiamo un’esperienza che è dolorosa (intense, intermittente o qualitative), al posto di reagire con un atteggiamento di Fight, Fliht o Freeze alla paura, dovremmo intraprendere un atteggiamento Facing che ci richiede di valutare i potenziali benefici e perdite. Lo stesso atteggiamento propositivo e di difesa dovrebbe essere adottato nei confronti del rischio nel prendere una decisione. Si può utilizzare il “dolore” (inteso appunto come rischio) nel processo decisionale nel seguente modo:

  1. Valutare se questo evento ha il potenziale per massimizzare la crescita (cioè se può essere definito “health”, salutare). In altre parole: questa situazione di dolore potrebbe permettere all’azienda di raggiungere nuovi livelli di successo?; i clienti ne beneficeranno?; la strada intrapresa migliorerà la tua leadership rendendoti un leader empatico?
  2. Identificare che tipologia di dolore/rischio stai sentendo/correndo. E’ un dolore/rischio intenso legato ad un singolo evento oppure ha una componente emozionale che può causare una reazione estrema?
  3. Trovare le radici del dolore/rischio: da dove proviene il dolore/rischio? Qual’è la radice o il principale problema che sta creando disagio? C’è un problema con la pianificazione strategica dell’organizzazione? Avete delle distorsioni di leadership, punti deboli o flussi di feedback inadeguati?
  4. Prendere ardue decisioni. Combattere con il dolore è veramente difficile. Esso può infatti influenzare la nostra percezione della realtà, specialmente se il dolore è dovuto ad una combinazione di disagi fisici e pschici. Lo stesso vale per il rischio che spesso blocca il nostro agire. Usando lo strumento della Decision-Making Matrix vista sopra, o semlicemente scrivere pro e contro delle differenti opzioni delle differenti opzioni che abbiamo a disposizione potrà aiutarci a vedere il problema in maniera oggettiva e non basato solamente su una reazione emotiva.

Per maggiori approfondimenti potete visitare il sito da cui è stato ispirato questo articolo che è https://laconteconsulting.com.

 

 

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One thought on “Il processo decisionale: il dolore della decisione

  • 22 Ottobre 2018 at 7:57 PM
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    Ora Consulting — mille grazie per aver tradotto e condiviso il mio articolo! La vostra traduzione è meravigliosa; ottimo lavoro.

    Spero che il contenuto sia utile per i visitatori del vostro blog.

    Sinceramente,
    Grace LaConte

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