Bonus mamme lavoratrici

Ed ecco in arrivo il Bonus Mamme Lavoratrici! Con la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/23) sono state introdotte le nuove regole per il Bonus Mamme Lavoratrici.
Trattasi di un esonero totale dei contributi sociali fino ad un limite massimo di 3.000 € annuo per tutte quelle mamme lavoratrici dipendenti, sia nel settore pubblico che nel settore privato, con contratto a tempo indeterminato che hanno due o più figli.
Ma andiamo a vedere in dettaglio

COS’E’ IL BONUS MAMME LAVORATRICI


Il bonus mamme lavoratrici è un’agevolazione volta a favorire le donne che lavorano e hanno almeno due figli. La Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/23) ha introdotto le nuove regole per il Bonus Mamme Lavoratrici cioè un esonero totale del versamento dei contributi sociali, non superiore a 3000 €. Le destinatarie sono appunto lavoratrici dipendenti con un contratto a tempo indeterminato che:

  • nel il 2024 abbiano due o più figli, con almeno uno di età inferiore a 10 anni;
  • e per il triennio tra il 2024 e il 2026  abbiano con tre o più figli di cui almeno uno minorenne.

La decontribuzione si tradurrà in un aumento in busta paga che potrà arrivare fino a 1.777 euro.

 

DURATA E NORMATIVA


L’esonero è regolamentato per il triennio che va dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026. L’INPS in una nota specifica infatti: “dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile. L’esonero è riconosciuto, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo”

 

COME OTTENERE IL BONUS

Per ottenere il Bonus Mamme Lavoratrici in realtà non è necessaria nessuna richiesta. Questo sarà infatti riconosciuto e attivato automaticamente dal datore di lavoro.
Al fine però di ottenere tale beneficio sarà però necessario per il datore di lavoro conoscere lo stato di famiglia aggiornato delle proprie lavoratrici. Qualora dunque non venga richiesto un aggiornamento delle anagrafiche di ciascun singolo lavoratore è bene far rilevare al datore di lavoro di essere tra le destinatarie del Bonus Mamme lavoratrici.

 

BONUS MAMME LAVORATRICI E CUNEO FISCALE

Il bonus mamme lavoratrici è compatibile con il taglio del cuneo fiscale a carico del lavoratore con retribuzione fino a 35.000 euro.
la riduzione è iniziata nel 2022 con il Governo Draghi ed aumentata nel corso del 2023 fino a al 6 e 7% con due diverse soglie di accesso:
Con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti è stato portato rispettivamente al:
– 6 per cento se il reddito imponibile mensile non supera i 2.692 euro (annualmente sono circa 35mila euro),
– 7 per cento, se il reddito imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro ( circa 25mila euro annui)
Tali percentuali sono state confermate anche per il 2024 con l’unica modifica sulla tredicesima, mensilità su cui non verrà calcolato il taglio del cuneo. A queste, per le sole madri lavoratrici destinatarie aventi i requisiti sopra descritti, si aggiungerà quindi anche il bonus.

QUANTO C’E’ DI BONUS NELLA MISURA?

La misura del Bonus Mamme lavoratrici è sicuramente un ulteriore aiuto per le mamme. Tuttavia non si possono non rilevare due punti deboli. Il primo è che il bonus mamme lavoratrici non è rivolto indistintamente a tutte le madri che lavorano soprattutto rispetto a due rilevanti esclusioni: la prima per le lavoratrici domestiche, la seconda per le lavoratrici con contratti a termine. Queste ultime, infatti, sono circa un milione e mezzo e l’esclusione da questo bonus si somma alle altre condizioni di precarietà. Se poi si escludono anche le mamme lavoratrici con un solo figlio a carico, la percentuale delle mamme coinvolte dal bonus, rischia di coinvolgere solo poco meno del 10% delle madri occupate. 

La seconda è che il bonus potrebbe avere impatti pressoché nulli per le tasche delle mamme lavoratrici. Con la decontribuzione incrementa infatti l’imponibile fiscale. Ciò comporta, specie per i redditi medio alti, si una diminuzione dei contributi, ma un incremento della pressione fiscale. Se poi aggiungiamo che un maggiore imponibile fiscale (con modifiche anche delle detrazioni) potrebbe anche a determinare un incremento ISEE con relativa diminuzione di alcune prestazioni (es. Assegno Unico Universale), il bonus mamme lavoratrici rischia di diventare quasi un boomerang. O comunque, con un impatto molto ridotto.

Se prendiamo ad esempio una mamma lavoratrice con un reddito mensile di 2.500 € lordo, questa già beneficia dell’esonero contributivo del 6% previsto dal decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 e successive modifiche. L’esonero totale, vorrà quindi dire una riduzione dei contributi pari a 87 € circa (237,25 – 150). Questo, combinato al maggiore imponibile fiscale e ad una riduzione delle detrazioni potrebbe determinare un incremento di soli 30 € in busta paga. Se poi ci si trovi in particolari situazioni ISEE tale per cui si oltrepassino soglie, questo potrebbe portare a riduzione di altre forme di sostegno del reddito (es. Assegno Unico Universale) vanificando del tutto il Bonus mamme lavoratrici.

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