Quando si parla di progettazione organizzativa, il primo elemento che si va ad interrogare è l’organigramma di un’organizzazione.
Ma l’organigramma non è tutto. Quando si osserva un organigramma non riusciamo a riconoscere i modelli organizzativi di base che abbiamo descritto. Ciò che vediamo è un’organizzazione formale, una configurazione di unità organizzative solitamente denominate funzioni o dipartimenti.
Alle diverse unità organizzative afferiscono un insieme distinto e definito di attività, sulle quali il manager responsabile di quell’unità ha autorità diretta e responsabilità sui risultati conseguiti.
I CRITERI PER LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
Per delineare la progettazione organizzativa e definirne gli elementi base (l’unità organizzativa) si seguono due distinti processi, per certi versi opposti tra loro:
- DIFFERENZIAZIONE: è il processo di scomposizione di tutte le attività di lavoro dell’organizzazione e di separazione di specifici insiemi di attività da altri. Le unità possono essere organizzate sulla base di
- prodotti,
- servizi
- tecniche impiegate e del lavoro eseguito,
- progetti,
- localizzazione geografica,
- tipo dei clienti, etc.
Il criterio da utilizzare per effettuare la distinzione può variare a seconda del contesto o della natura dell’organizzazione. Non esiste dunque una scelta o un criterio valido in assoluto: la scelta dipende dalle condizioni ambientali e dalle preferenze manageriali;
- INTEGRAZIONE: una volta attuata la differenziazione è necessario procedere ad integrazione poiché è necessario coordinare, attraverso appropriati meccanismi strutturali e interpersonali le attività delle differenti unità organizzative. Come per la differenziazione, le scelte sul tipo e il grado di integrazione possono essere differenti.
Il mix di differenziazione ed integrazione costituiscono la base della progettazione organizzativa, intesa come il processo di creazione delle condizioni organizzative interne che facilitano l’adattamento strategico all’ambiente esterno e l’implementazione della strategia organizzativa, attraverso l’aggregazione di tutte le attività di lavoro in unità organizzative.
FORME ORGANIZZATIVE
Nella progettazione organizzativa si possono delineare un’ampia varietà delle forme organizzative, tanto ampia quanto la varietà di combinazioni possibili tra tutti i diversi particolari meccanismi di coordinamento e tutte le modalità di divisione del lavoro e specializzazione.
Non esistono strutture migliori o preferibili in assoluto. Esistono invece strutture coerenti incoerenti con l’ambiente competitivo, con le scelte strategiche, con le preferenze manageriali e con il potere organizzativo.
Volendo effettuare delle semplificazioni, è possibile identificare alcune forme o configurazioni di base della struttura organizzativa ognuno con propri vantaggi e svantaggi