Chatbot: la nuova frontiera del recruiting

Come funziona una chatbot di selezione

Una chatbot quindi, non fa altro che simulare una conversazione simile a quella che si svilupperebbe tra due persone. A differenza delle app che troviamo sui nostri smartphone, però, la chatbot di selezione è molto più semplice: infatti non le sarà richiesto di rispondere a quesiti particolarmente complessi o  generici (come ad esempio “qual è il significato della vita?”) ma bensì sarà programmata per funzionare in un ambito ben preciso e ristretto , come quello lavorativo. Dovrà quindi comprendere e trovare risposte relative alla ricerca di lavoro e niente più. Ne consegue, che la sua programmazione, e suo relativo utilizzo, sarà più semplice ed immediato favorendone, probabilmente, la diffusione in tempi ristretti.

 

I vantaggi di una chatbot di selezione 

A parere di alcune ricerche in relazione ai vantaggi dell’utilizzo della chatbot di selezione all’interno di un processo di recruiting emergono lati positivi non solo per i recruiter ma anche per il candidato

Infatti, sistematicità, semplicità, facilità di utilizzo sembrano migliorare il primo approccio dell’iter di selezione anche per coloro che sono dall’altra parte dell’Azienda. La chatbot di selezione permette infatti di:

  • Mettere a proprio agio i candidati: in particolar modo per la nuova generazione dei millenium, interagire con una chatbot non è sicuramente un problema. Tutt’altro. In un recente indagine condotta da Allegis, il 58% dei condadati si sono sentiti a loro agio nell’interagire con un sistema di AI nei primi step del processo di selezione;
  • Pianificare facilmente l’intervista: sempre in base ad Allegis, il 66% dei candidati ha dichiarato di essere pienamente soddisfatti sulla semplicità di pianificazione dei colloqui, specie nella fase iniziale di preparazione e schedulazione dell’intervista.
  • Avere comunque un’opportunità: i candidati sono consapevoli che dietro la chat non vi sia una persona ma preferiscono avere la possibilità di ricevere informazioni in qulasiasi modo possibile piuttosto che non avenre;
  • Ricevere un feedback: secondo alcune ricerche circa il 43% dei candidati non riceve alcun feedback dalle aziende dopo il primo contatto  facendo diminuire in maniera esponenziale il potere di attrattività verso i giovani talenti. Con una chatbot di selezione, invece, si ha subito un feedback sul matching tra profilo ricercato e candidato, anche se negative.

Seppure i punti sopra esposti non siano del tutto secondari, i vantaggi maggiori sembrano però registrarsi lato azienda. Si stima che oltre il 65% delle candidature ricevute siano completamente ignorate. Utilizzare sistemi che utilizzano AI all’interno del processo di selezione potrà sicuramente aiutare a migliorare il lavoro sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Una chatbot di selezione può infatti

  1. Ampliare la platea dei candidati (vedi sopra: il 65% delle candidature sono ignorate)
  2. Raccogliere informazioni dei candidati come la loro candidatura e le informazioni di contatto;
  3. Sottoporre domande ai candidati relative alle loro espereinze, alle loro conoscenze e alle loro skill;
  4. Raggruppare i candidati in gruppi in base ad alcuni aspetti predefiniti come qualifiche, ruoli ricoperti, attività svolte, etc.
  5. Rispondere a quesiti frequenti (le cosìdette FAQ’s) inerenti alla job da ricoprire al processo di selezione;
  6. Schedulare un intervista con il recruiter “umano”.

In altre parole, la chatbot di selezione, una volta impostata con parametri ben definiti a seconda della figura dda ricercare inizierà a raggruppare i dati raccolti e individuare categorie di candidati con caratteristiche simili. Tali informazioni raccolte dalle chatbot costituiranno la base da cui poi il recruiter potrà proseguire nell’iter di selezione.

Ma oltre a permettere di gestire una grande quantità di dati, la chatbot permette anche di ottenere un database apprezzabile anche dal punto di vista qualitativo.  L’utilizzo di tecnologia peremette infatti di poter raccogliere le informazioni in maniera asettica ed oggettiva, scremata da qualsiasi possibile, pregiudizio “umano” che possano incidere positivamente o negativamente sull’iter di selezione (almeno in questa prima fase).

 

Quale vantaggio economico per le aziende?

Con l’utilizzo della chatbot di selezione il recruiter potrà risparmiare tempo, dedicare maggiore attenzione ai profili che rispondono a determinati parametri ed avere un più ampio paniere di candidati.

Ma quando tempo e denaro si può risparmiare con l’utilizzo della chatbot?

Ad oggi è difficile prevedere l’impatto che potranno avere le chatbot di selezione sul costo del processo selettivo.

In base ai dati raccolti dalla SHRM, la media del costo per un’assunzione sul mercato del lavoro degli USA è di circa $4,129 e la media del tempo impiegato è di 42 giorni. Secondo tale ricerca, automatizzando un larga parte delle attività schedulabili, una chatbot di selezione potrebbe ridurre del 70 – 80% i costi e le tempistiche del processo di selezione.

 

Conclusioni

La conclusione sembra oramai essere scontata: la funzione delle Risorse Umane, al pari di altre funzioni aziendali, necessita sempre più adeguarsi al trend tecnologico ed impiegare sempre più all’interno delle loro attività strumenti per automatizzare, ove possibile,  alcuni processi come lo screening iniziale dei migliori candidati su piattaforme come LinkedIn, la pianificazione di interviste di selezione “esplorative”, o la calendarizzazione di successivi incontri

Le chatbot, e i nuovi sviluppi in ambito di Intelligenza Artificiale, possono divenire dei veri e propri assistenti personali virtuale per i professionisti in ambito HR.

D’altronde anche esperti del settore sembrano rendersene conto. Per l’82% dei selezionatori (fonte Randstad) ritengono che il selezionatore ideale sia un mix tra tecnologia innovativa e interazione umana.

Già, interazione umana….

Non vogliamo utilizzare le solite frasi retoriche o essere i fondamentalisti di turno che vedono con scetticismo l’avanzare del della tecnologia. Ma una piccola riflessione nell’eventuale implementazione e utilizzo delle chatbot all’interno delle nostre aziende è doverosa. Quando si avvia un processo di selezione,  ciò che si ricerca non è un cliente finale che può modificare gusti o preferenze.

Alla fine di un’iter di selezione si individuerà una Persona che porterà all’interno dell’azienda i suoi valori, le sue abitudini, le sue credenze: in altre parole il suo modo di essere. E non ci saranno quindi rigidi parametri o domande prestabilite (e facilmente eludibili) che potranno sostituire quel primo contatto con l’azienda,  che è il colloquio “tradizionale”, in cui potranno emergere quei piccoli (ma non poi così piccoli) dettagli che permettono di individuare il candidato ideale per quel microcosmo che è la nostra azienda.

 

Per approfondimenti vedi anche:

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