Sospensione e proroga dell’apprendistato

Sospensione e proroga dell’apprendistato

La sospensione e proroga dell’apprendistato è divenuto un fenomeno piuttosto frequente in questo periodo di emergenza COVID-19. Al sopraggiungere dell’emergenza, infatti, molte aziende hanno dovuto fare i conti con la riorganizzazione delle proprie attività dovendo, in molti casi,procedendo alla sua sospensione a causa del lockdown previsto da legislatore. Proprio per la sua natura di carattere prettamente formativo, l’apprendistato necessita di una particolare attenzione nel caso in cui venga sospeso.

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Decreto Dignità: guida per l’uso, atto secondo

Decreto Dignità: guida per l’uso, atto secondo

A seguito della conversione del Decreto Dignità avvenuta con la L. 96/2018 proviamo a dare seguito a quanto iniziato in un precedente articolo in cui si tentava di fornire risposte ad alcuni quesiti sorti nel momento di emanazione del decreto in particolar modo alla luce del così detto periodo tranistorio.

Il periodo transitorio previsto con la L. 96/2018 crea un discrimine tra gli istituti di proroghe e rinnovi di contratti stipulati prima del 14 luglio (data di entrata in vigore del Decreto Dignità) e la stipulazione ex novo di un contratto. Mentre per i contratti stipulati prima del 14 luglio e prorogati o rinnovati entro il 31/10 troverà applicazione la vecchia normativa del D.Lgs 81/2015, per i nuovi rapporti di lavoro sarà applicabile in toto la nuova normativa. Quindi, le ipotesi situazioni che si possono presentare sono riassunte in tabella

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Legge conversione Decreto Dignità: più tempo ma poche novità

Legge conversione Decreto Dignità: più tempo ma poche novità

Tanto tuonò che non piovve. Nonostante le pressioni ricevute dalle associazioni degli imprenditori (Confindustria prima fra tutte) nonché da molti addetti ai lavori, per  apportare modifiche su alcuni aspetti salienti della recente Riforma del lavoro, il legislatore, con legge di conversione del decreto dignità ( legge di conversione del 9 agosto 2018, n. 96) ha praticamente scelto di confermare in toto l’impianto precedentemente delineato.

Che sia stato frutto di una decisione politica (sarebbe stato difficile ritrattare una riforma su cui si era speso molto dal punto di vista della credibilità politica) o di una tempistica ristretta (immediata applicazione senza chiarimenti ministeriali e con la chiusura estiva delle Camere alle porte) poco importa: tutti i pilastri della riforma dei contratti a termine e della somministrazione (analizzati in precedenza) rimangono in piedi: Read more

Decreto dignità: guida per l’uso

Decreto dignità: guida per l’uso

La parola d’ordine è attendere! A circa due settimane dall’approvazione del Decreto Dignità rimangono ancora in piedi molti dubbi interpretativi che suggeriscono agli addetti ai lavori di aspettare l’iter parlamentare di conversione.

Certo è che ad una prima lettura le perplessità sull’intervento del legislatore sono tante, e non solo in termini di contenuti.

In primis sullo strumento normativo utilizzato, cioè un decreto legge immediatamente esecutivo. Anche in passato si era fatto ricorso a tale strumento ma con l’accortezza di rinviarne l’efficacia all’entrata in vigore dell’atto normativo di conversione. Ora, invece ci si trova in una situazione quasi paradossale: dover applicare fin da subito una normativa che suscita molti dubbi interpretativi ed i cui contenuti rischierebbero di essere modificati, o addirittura non confermati, in fase di conversione.

La seconda perplessità nasce invece sulla tipologia di intervento. Il legislatore ha infatti deciso di andare modificare alcuni commi dei Capi III e IV del Jobs Act. Rimane quindi in piedi la struttura del D.Lgs 81/2015 compresa l’abolizione dell’art. 18 e la previsione tutele crescenti. Inoltre, così facendo, il legislatore è andata ad impiantare su tale norma che aveva lo spirito di incrementare la flessibilità nel mercato del lavoro, previsioni che vanno in tutt’altra direzione creando lacune (es. si sono reintrodotte le causali ma non le conseguenze di loro eventuale assenza/inconsistenza cancellate dal Jobs Act) e contraddizioni (es. l’applicazione dello stop&go alla somministrazione, strumento di flessibilità per eccellenza) normative.

Perplessità o no, fatto sta che il Decreto Dignità è già entrato in vigore. E’ necessario quindi fare riflessioni, anche operative,  sui  suoi contenuti, ribadendo che, laddove sia possibile, sarà preferibile attendere la conclusione dell’iter di conversione.

Proviamo quindi a fornire risposte ad alcuni quesiti sollevati in questi giorni.

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Le modifiche del Decreto Dignità al Jobs Act

Le modifiche del Decreto Dignità al Jobs Act

Il Decreto-Legge 12 luglio 2018, n. 87, contenente Disposizioni urgenti per la dignita’ dei lavoratori e delle imprese e meglio conosciuto come Decreto Dignità, è stato firmato dal Presidente della Repubblica e dal 14 luglio è entratto ufficialmente in vigore.

Il testo definitivo non prevede novità rispetto a quanto trattato in un precedente articolo. Il Decreto in oggetto, passato ora alle camere per l’approvazione di relativa legge di conversione, ad oggi apporta poche e specifiche novità normative al D.lgs. n. 81/2015 ma che potrebbero avere un enorme impatto sul mercato del lavoro (non tanto per la limitazione della durata da 36 a 24 mesi, quanto per la reintroduzione della causalità per i rapporti sia a termine che in somministrazione).

Nella tabella sottostante sono riportate le due normative a confronto (prima e dopo il 14 luglio) relative ai Capi III e IV del Jobs Act (rispettivamente relativi al Lavoro a tempo determinato e Somministrazione di lavoro). Nella colonna di destra sono riportati solo i commi modificati (le modifiche sono evidenziate in rosso).

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