Covid 19

Le novità del Decreto Agosto in materia di lavoro

Il Decreto Legge n. 104 del 14 agosto 2020, così detto Decreto Agosto, introduce ulteriori interventi in ambito giuslavoristico tutti aventi lo stesso fine: supportare aziende e lavoratori durante questo periodo di emergenza epidemiologica.

In particolare, il legislatore in materia di lavoro prevede una serie di misure di riguardanti temi di interesse per le aziende, come gli ammortizzatori sociali, le agevolazioni contributive per nuove assunzioni, il divieto di licenziamento e la proroga dei contratti a termine.

Andiamo a vedere dunque singolarmente i principali articoli che impatteranno su imprese e lavoratori.

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Flessibilità

Alla ricerca della flessibilità

La flessibilità nel mercato del lavoro italiano sembra oramai un lontanto miraggio. Sono passati solo 3 anni dalla riforma del Jobs Act che aveva dato ampi margini di manovra ai datori di lavoro. Ad oggi si presenta uno scenario del tutto nuovo con cui l’azienda, volente o nolente, dovrà fari i conti.

Terminato anche il periodo tranistorio prevista dalla legge di conversione n. 96/2018, il Decreto Dignità è entrato a pieno regime. I margini di manovra si sono ulteriormente ridotti. Le valutazioni in merito all’opportunità o meno dell’intervento legislativo le lasciamo ad altri. Nostro compito è invece quello di capire come meglio affrontare la situazione cercando di utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dal legislatore.

Per far ciò, innanzitutto, cerchiamo di riassumere brevemente il contenuto del Decreto Dingità, evidenziando, in particolar modo limiti ed opportunità (vedi tabella sottostante) per le due principali tipologie di contratto in uso: contratto a tempo determinato e somminsitrazione.

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Staff leasing: la nuova forma di flessibilità?

Staff leasing: la nuova forma di flessibilità?

A.A.A. flessibilità cercasi!!! Siamo oramai arrivati al 01/11, data dalla quale troverà piena applicazione il Decreto Dignità con tutte le sue restrizioni. Da qui in avanti le aziende dovranno intraprendere nuove strade per poter recuperare, almeno in parte, la flessibilità operativa perduta a seguito di introduzioni di vincoli normativi, primi fra tutti la previsione di una “causale” in caso di rinnovi contrattuali, nonché il limite massimo di 12 (24 se vi è una causale) mesi anche per la somministrazione.

Ci si attenderà, quindi, un turn-over di personale sempre più elevato, specie in quelle aree aziendali in cui in cui non siano richieste skill specifiche. In altri reparti, invece, dove sono richieste particolari figure professionali si dovrà invece optare per una diversa gestione, limitando il frazionamento dei contratti e cercando soluzioni alternative quali contrattazione di secondo livello (compresi contratti di prossimità), utilizzo di strumenti già previsti o che saranno inseriti nei CCNL, (es. flessibilità), rafforzamento dell’organico a tempo indeterminato, etc.

Ma oltre a ricorrere a soluzioni organizzative interne o ad altre per le quali sia richiesto il coinvolgimento di altre controparti, ci potrebbe essere una terza via: lo staff leasing. Trattasi di uno strumento che ad oggi ha trovato poca applicazione in Italia ma che, a nostro avviso, dovrà per forza essere tenuto in considerazione specie per le aziende di medie-grandi dimensioni con un più o meno elevato potere commerciale.

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Legge conversione Decreto Dignità: più tempo ma poche novità

Legge conversione Decreto Dignità: più tempo ma poche novità

Tanto tuonò che non piovve. Nonostante le pressioni ricevute dalle associazioni degli imprenditori (Confindustria prima fra tutte) nonché da molti addetti ai lavori, per  apportare modifiche su alcuni aspetti salienti della recente Riforma del lavoro, il legislatore, con legge di conversione del decreto dignità ( legge di conversione del 9 agosto 2018, n. 96) ha praticamente scelto di confermare in toto l’impianto precedentemente delineato.

Che sia stato frutto di una decisione politica (sarebbe stato difficile ritrattare una riforma su cui si era speso molto dal punto di vista della credibilità politica) o di una tempistica ristretta (immediata applicazione senza chiarimenti ministeriali e con la chiusura estiva delle Camere alle porte) poco importa: tutti i pilastri della riforma dei contratti a termine e della somministrazione (analizzati in precedenza) rimangono in piedi: Read more

Decreto dignità: guida per l’uso

Decreto dignità: guida per l’uso

La parola d’ordine è attendere! A circa due settimane dall’approvazione del Decreto Dignità rimangono ancora in piedi molti dubbi interpretativi che suggeriscono agli addetti ai lavori di aspettare l’iter parlamentare di conversione.

Certo è che ad una prima lettura le perplessità sull’intervento del legislatore sono tante, e non solo in termini di contenuti.

In primis sullo strumento normativo utilizzato, cioè un decreto legge immediatamente esecutivo. Anche in passato si era fatto ricorso a tale strumento ma con l’accortezza di rinviarne l’efficacia all’entrata in vigore dell’atto normativo di conversione. Ora, invece ci si trova in una situazione quasi paradossale: dover applicare fin da subito una normativa che suscita molti dubbi interpretativi ed i cui contenuti rischierebbero di essere modificati, o addirittura non confermati, in fase di conversione.

La seconda perplessità nasce invece sulla tipologia di intervento. Il legislatore ha infatti deciso di andare modificare alcuni commi dei Capi III e IV del Jobs Act. Rimane quindi in piedi la struttura del D.Lgs 81/2015 compresa l’abolizione dell’art. 18 e la previsione tutele crescenti. Inoltre, così facendo, il legislatore è andata ad impiantare su tale norma che aveva lo spirito di incrementare la flessibilità nel mercato del lavoro, previsioni che vanno in tutt’altra direzione creando lacune (es. si sono reintrodotte le causali ma non le conseguenze di loro eventuale assenza/inconsistenza cancellate dal Jobs Act) e contraddizioni (es. l’applicazione dello stop&go alla somministrazione, strumento di flessibilità per eccellenza) normative.

Perplessità o no, fatto sta che il Decreto Dignità è già entrato in vigore. E’ necessario quindi fare riflessioni, anche operative,  sui  suoi contenuti, ribadendo che, laddove sia possibile, sarà preferibile attendere la conclusione dell’iter di conversione.

Proviamo quindi a fornire risposte ad alcuni quesiti sollevati in questi giorni.

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